Consigli e novità / Pesca alla trota in acque correnti

Pesca nelle acque venete

Pesca nelle acque venete

Siamo già giunti all'apertura della pesca del 2012!

Un grande fiume come il Piave suscita un’attrazione particolare forse perché più affascinante e misterioso di un torrente ed in esso possiamo immaginare la presenza della grossa trota che speriamo sempre di catturare. Ma un fiume è anche l’ambiente ideale per pescare con molte persone, magari con amici, senza compromettere la pescosità. In tanta acqua il pesce non si spaventa e chi riuscirà a presentare l’esca in modo ottimale anche dopo il passaggio di molti colleghi potrà catturare delle belle trote.

Le tecniche per le acque venete:

LA PESCA A SPIRALINA
Le spirali molto pesanti si adoperano in acque fonde in trattenuta a contatto con il fondo o richiamando contro corrente per stimolare le trote come si fa spesso in gara. L’azione di pesca si rivolge a valle e diventa micidiale l’innesco del pesciolino o delle camole.
Tuttavia l’azione di pesca più interessante con questa tecnica si fa con grammature di 2-3 grammi in fiumi e torrenti di media portata con pietre medio piccole. Questi ambienti si affrontano con canna di sette metri tutta estesa e sette metri di filo fuori, si risale appoggiando la lenza con brevi e precisi lanci da sottocanna, in tutte le postazioni ideali (dietro le pietre più grosse, all’inizio di una buca sotto i rami della sponda opposta, ecc). La presentazione dell’esca, quasi sempre verme, è estremamente leggera e naturale.

LA PESCA A PENDOLINO
Questa tecnica e questa piombatura sta avendo sempre più successo. La caratteristica più interessante è la versatilità: si può agire come con la spiralina leggera, poi cambiare il piombo in due semplici mosse e manovrare come un pallettone ma con il grande vantaggio di non incagliare mai. Ma soprattutto possiamo lanciare molto distante e pescare al meglio dove ci risulterà impossibile con tutte le altre zavorre.
E’ proprio nei grandi fiumi, grandi canali o impetuosi torrenti dove vogliamo raggiungere la sponda opposta (magari inaccessibile) che la tecnica del pendolino ci darà le maggiori soddisfazioni. Si lancia sempre a monte e si controlla il filo con il mulinello fino a quando si potrà gestire con la mano libera. Se l’azione è corretta il piombo continuerà a camminare sul fondo senza bloccarsi e trasmetterà una continua vibrazione alla canna che i meno esperti scambiano facilmente per le tocche della trota. Se il procedere è troppo lento dovremo alleggerire il pendolino di 1-2 grammi, mentre se è troppo veloce lo aumenteremo dello stesso peso. Quando la lenza passa a valle rispetto a noi solitamente non sentiremo più il fondo, quindi recuperiamo ed eseguiamo un’altra passata lanciando a 2-3 metri di distanza rispetto al lancio precedente. Attenzione che quando arriva l’abboccata bisogna ferrare decisi e tanto più energicamente quanto più lontano stiamo pescando. L’esca ideale è sempre un bel verme.